Gli infortuni dei lavoratori domestici: possibilità di risarcimento da parte del datore di lavoro
- Introduzione
I lavoratori domestici, comunemente indicati come colf o badanti, rivestono un ruolo cruciale nella società odierna, garantendo assistenza a famiglie, anziani e persone bisognose di cure. Tuttavia, nonostante l’importanza di tali figure, il tema degli infortuni sul luogo di lavoro e le connesse responsabilità del datore di lavoro è spesso trascurato. Il presente articolo mira a esaminare in dettaglio i profili di responsabilità del datore di lavoro in caso di infortuni dei lavoratori domestici, concentrandosi sulle possibilità di risarcimento a favore di tali lavoratori.
- Definizione di infortunio sul lavoro
Secondo l’art. 2 del Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro (D.Lgs. 81/2008), l’infortunio sul lavoro è qualsiasi evento traumatico verificatosi in occasione di lavoro che abbia come conseguenza la morte, una lesione personale o un’infermità. Per quanto concerne i lavoratori domestici, l’infortunio può avvenire nello svolgimento delle mansioni quotidiane, come pulizia della casa, assistenza alle persone o preparazione dei pasti.
Nel caso specifico dei lavoratori domestici, è essenziale comprendere quali siano i criteri per qualificare un evento come infortunio sul lavoro e come tali infortuni si possano differenziare rispetto a quelli occorrenti in altri settori. La casistica è particolarmente ampia e può comprendere, ad esempio, cadute accidentali, lesioni durante l’uso di elettrodomestici, esposizione a sostanze chimiche o sforzi fisici eccessivi.
- Assicurazione obbligatoria e tutela INAIL per i lavoratori domestici
I lavoratori domestici, al pari degli altri lavoratori, sono tutelati dall’INAIL (Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro). L’assicurazione INAIL è obbligatoria anche per colf e badanti, a condizione che svolgano il loro lavoro per più di 8 ore settimanali presso lo stesso datore di lavoro.
Nel caso di infortunio sul lavoro, il lavoratore domestico ha diritto a ricevere prestazioni economiche e assistenza sanitaria direttamente dall’INAIL. Tuttavia, l’assicurazione INAIL non copre tutti i tipi di danni. Infatti, esistono situazioni in cui il lavoratore può chiedere un risarcimento diretto al datore di lavoro, qualora quest’ultimo sia ritenuto responsabile per negligenza o inosservanza delle norme di sicurezza.
- Responsabilità del datore di lavoro
Ai sensi dell’art. 2087 del Codice Civile, il datore di lavoro ha l’obbligo di tutelare l’integrità fisica e morale dei lavoratori, adottando tutte le misure necessarie a prevenire infortuni sul lavoro. Sebbene l’ambito domestico non sia soggetto alle stesse normative stringenti previste per le imprese, il datore di lavoro domestico è comunque tenuto a garantire condizioni di sicurezza adeguate per evitare che il lavoratore subisca danni.
Per esempio, se il lavoratore domestico viene chiamato a operare in un ambiente potenzialmente pericoloso, come una casa in ristrutturazione o in presenza di elettrodomestici difettosi, il datore di lavoro è obbligato a informarlo dei rischi e a fornire gli strumenti adeguati per la sua protezione.
Il datore di lavoro potrebbe essere considerato responsabile in caso di mancata adozione di tali precauzioni, e dunque, in tali circostanze, il lavoratore domestico avrebbe diritto al risarcimento dei danni subiti.
- Quando il datore di lavoro può essere chiamato a rispondere per i danni?
La giurisprudenza italiana ha chiarito in più occasioni i criteri per stabilire la responsabilità del datore di lavoro nei casi di infortuni sul lavoro. Perché un lavoratore domestico possa ottenere il risarcimento direttamente dal datore di lavoro, è necessario dimostrare che l’infortunio è avvenuto a causa di una colpa del datore stesso. Questo può includere:
- La mancata adozione di misure di sicurezza adeguate;
- La mancata manutenzione o riparazione di apparecchiature o strutture;
- L’assenza di istruzioni chiare e adeguate circa i rischi connessi alle attività domestiche;
- La violazione delle norme contrattuali o di legge riguardanti la tutela dei lavoratori.
L’art. 2043 del Codice Civile, che disciplina la responsabilità aquiliana per fatto illecito, può essere applicato in queste circostanze. In altre parole, il datore di lavoro può essere tenuto a risarcire i danni qualora si dimostri che l’infortunio è stato causato da una sua negligenza o omissione.
Un caso esemplare potrebbe essere quello di una badante che subisce un infortunio a causa della caduta di una scala mal riparata o di una colf che si ferisce utilizzando un elettrodomestico difettoso. Se si dimostra che il datore di lavoro era a conoscenza del rischio e non ha preso misure per eliminarlo o ridurlo, questi sarà responsabile per il danno.
- Onere della prova e risarcimento del danno
Il lavoratore domestico che intende richiedere il risarcimento deve affrontare l’onere della prova, ossia dimostrare che l’infortunio è stato causato da una condotta negligente del datore di lavoro. Questo può includere testimonianze, documentazione fotografica dell’ambiente di lavoro, rapporti medici e, se necessario, perizie tecniche sugli strumenti o le condizioni che hanno portato all’infortunio.
Il risarcimento può comprendere diverse voci di danno, tra cui:
- Danno biologico, per le conseguenze fisiche e psichiche riportate;
- Danno morale, per la sofferenza subita;
- Danno patrimoniale, per la perdita di guadagno a causa dell’inabilità temporanea o permanente.
In caso di morte del lavoratore a seguito di un infortunio, i familiari del lavoratore possono agire in giudizio per ottenere il risarcimento del danno da perdita di un congiunto, ai sensi dell’art. 2043 c.c. e delle normative speciali applicabili.
- Il rapporto tra risarcimento e indennizzo INAIL
Un aspetto importante da considerare è il rapporto tra l’indennizzo corrisposto dall’INAIL e il risarcimento dei danni richiesto al datore di lavoro. Mentre l’indennizzo INAIL rappresenta una forma di tutela automatica per il lavoratore infortunato, il risarcimento del danno da parte del datore di lavoro può essere richiesto in aggiunta, a patto che il lavoratore riesca a dimostrare la colpa di quest’ultimo.
È importante sottolineare che l’indennizzo INAIL non copre interamente tutti i danni subiti dal lavoratore. Ad esempio, l’INAIL fornisce una prestazione per il danno biologico permanente, ma non copre il danno morale o la perdita di guadagno non derivante direttamente dall’inabilità temporanea. Pertanto, in alcuni casi, il lavoratore può avere un legittimo interesse a chiedere ulteriori risarcimenti.
- Il ruolo della giurisprudenza
La Corte di Cassazione ha più volte confermato il principio secondo cui il datore di lavoro è responsabile per la sicurezza del lavoratore, anche nel contesto domestico. Ad esempio, la Cassazione ha chiarito che “l’obbligo di sicurezza a carico del datore di lavoro, ex art. 2087 c.c., non è un obbligo di risultato, ma un obbligo di mezzi, nel senso che il datore deve adottare tutte le misure idonee, secondo la particolarità del lavoro, l’esperienza e la tecnica, a tutelare l’integrità psico-fisica dei propri dipendenti” (Cass. n. 6326/2011).
Nel contesto dei lavoratori domestici, tali principi sono applicabili con le dovute adattazioni, riconoscendo che, pur trattandosi di un ambiente privato, sussiste un obbligo di protezione nei confronti del lavoratore.
- Conclusioni
Gli infortuni sul lavoro nel contesto domestico rappresentano un tema complesso e spesso sottovalutato. Nonostante la copertura assicurativa offerta dall’INAIL, esistono numerose situazioni in cui il lavoratore domestico può richiedere un risarcimento diretto al datore di lavoro, in particolare quando l’infortunio è causato da una condotta negligente o imprudente di quest’ultimo.
È fondamentale che i datori di lavoro domestici comprendano le loro responsabilità e che i lavoratori siano consapevoli dei propri diritti.