Attitudine delinquenziale

Attitudine delinquenziale: cos’è e cosa ne consegue

Il “vizio delinquenziale” è la condizione della persona che, svolgendo con insistenza un’attività criminale, dimostra di aver acquisito una significativa attitudine a commettere atti previsti dalla legge penale.

Il legislatore italiano ha previsto due forme di pratica penale:

A. La consuetudine ex lege (art. 102 c.p.i.) interviene quando il soggetto:

– è stato condannato alla reclusione per un periodo complessivo superiore a 5 anni per tre reati della stessa natura commessi intenzionalmente negli ultimi 10 anni, e

– viene nuovamente condannato per un reato commesso intenzionalmente, della stessa natura e commesso in un periodo massimo di 10 anni dall’ultimo dei reati precedenti.

B. L’abitudine giudiziaria (apprezzata dal giudice di caso in caso – art. 103 c.p.i.) è rispettata:

– quando il soggetto è stato condannato per due reati intenzionali,

viene nuovamente condannato per un reato intenzionale, e

– il giudice, tenuto conto della natura e della gravità dei reati, dell’intervallo di tempo in cui sono stati commessi, della condotta e del tipo di vita dell’autore, nonché delle altre circostanze indicate dall’art. 133 cpi, ritiene che il colpevole commette crimini.

Le conseguenze della dichiarazione di abitudine delinquente riguardano:

– applicazione della misura di sicurezza;

– divieto permanente di esercizio dei diritti pubblici;

– l’impossibilità di beneficiare della sospensione condizionale della pena;

– mancata applicazione dell’amnistia e della grazia, salvo diversa disposizione del decreto;

– esclusione dalla prescrizione dell’esecuzione della pena per reati;

– aumento del termine stabilito per l’ottenimento della riabilitazione;

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